RAPPORTO PRE-OPERATIVO DI I.O. // MAVORS

STATO TEMPORALE: TRAMONTO DEL TERZO ESILIO

L'Apollo Nephilim, vettore intergenerazionale di massa paragonabile a una piccola luna, prosegue la sua traiettoria verso il sistema solare interno.

Origine della propulsione: impulso gravitazionale residuo generato dall'espulsione terrestre.

Durata prevista del viaggio: 1 castigo, 1 destino, 4 esili e 2 derive. (100.000 anni).

Propulsione primaria: Motore Organico a Fissione Quantistica (Q.F.O.E.), sistema ibrido bioquantistico progettato per adattarsi dinamicamente alle variazioni del campo gravitazionale interstellare.

Analisi completa della manovra di inserimento orbitale temporaneo per operazioni estese attorno a Mavors conclusa. È stato progettato un profilo orbitale multi-pass che integra tecnologie avanzate, inclusi i modulatori energetici del Quantum Fission Organic Engine (Q.F.O.E.), capaci di ridurre le dispersioni energetiche a livelli inferiori allo 0,002%.

PARAMETRI ORBITALI

Periareon: 3800 km (dal centro di Mavors) Periodo Orbitale Totale: 3 ABBANDONI (259,200 brividi) Semiasse Maggiore (a): ~35,000 km Apoareon: ~66,200 km

Calcolo del Δv: Nel nostro scenario, la nave madre si avvicina a Mavors in regime iperbolico con v∞=28,9 km/b.

Al periareon, la velocità iperbolica calcolata risulta essere di circa 29,15 km/b. La velocità necessaria in un'orbita ellittica – ottenuta tramite le leggi del moto vis‑viva – è pari a circa 3,60 km/b. La differenza, quindi, impone un Δv di circa 25,55 km/b.

Utilizzando il Q.F.O.E., il sistema sfrutta un meccanismo di modulazione dinamica del campo gravitazionale, espresso come:

GMeff = GM (1−β)

che consente di frazionare il Δv in impulsi più piccoli e gestibili, distribuiti su multipli passaggi orbitali. Ogni passaggio, effettuato in prossimità del periareon, permette l'esecuzione di correzioni locali, mantenendo al contempo la traiettoria principale verso il Sole intatta.

Strategia Multi-Pass: Le capsule operative, una volta dispiegate dalla nave madre, eseguono ripetuti cicli orbitali attorno a Mavors. Durante ogni passaggio – in particolare nelle zone di bassa velocità vicino all'apogeo – le unità intraprendono le operazioni pianificate, che includono dispiegamento, interazione sul territorio e successivo richiamo. In questo modo, il sistema garantisce una presenza prolungata attorno al pianeta per l'intero arco operativo di 3 abbandoni, preservando al contempo la quantità di moto globale del vettore solare.

DISPIEGAMENTO OPERATIVO

Durante l'orbita ellittica, le sub-sonde verranno inviate in sequenza e opereranno in modalità autonoma.

Obiettivi principali:

Analisi geochimica: ricerca di elementi utili per la manutenzione strutturale e il supporto vitale.
Rilevamento magnetico: osservazione delle fluttuazioni del campo magnetico di Mavors e delle interazioni con il vento solare.
Osservazione quantistica: ricerca di anomalie potenzialmente rilevanti per la stabilità del motore organico.

Le unità saranno guidate dalla rete neurale centrale e trasmetteranno i dati direttamente al sistema di archiviazione di I.O.

Nota di sistema: La sub-sonda Remote Visio versione M-3 è stata predisposta per testare la risposta del Q.F.O.E. all'esposizione prolungata a campi gravitazionali non lineari.

RITORNO ALLA TRAIETTORIA SOLARE

Completate le operazioni su Mavors, il sistema avvierà le seguenti operazioni:

Assistenza gravitazionale: utilizzo del campo di Mavors per ristabilire la traiettoria originaria verso il Sole.

Impulsi di fissione quantistica: modulazione della potenza di rilascio per evitare fluttuazioni nel nucleo organico propulsivo.

Sincronizzazione con il campo solare: allineamento delle oscillazioni quantistiche per mantenere un'efficienza di spinta costante.

Dispiegamento e Atterraggio: Le capsule con unità umane si staccano dalla nave madre per eseguire una discesa controllata sulla superficie di Mavors. Le procedure di atterraggio sono assistite da sistemi di navigazione quantistica, che assicurano un approccio sicuro e preciso.

Operazioni a Terra: Una volta atterrate, le squadre composte da esploratori e personale militare eseguono le missioni pianificate. Durante questo periodo, le unità rimangono in contatto con la rete neurale organica di I.O., che monitora costantemente i parametri ambientali e psicologici.

Rilancio e Richiamo: Al termine delle operazioni sul suolo, le capsule si riattivano, compiendo manovre di decollo assistite dai Q.F.O.E. per riconnettersi con la nave madre e riprendere la traiettoria solare.

//FINE RAPPORTO//

REC. iRT - DESTINAZIONE MAVORS - "KALEN VORAK"

Vorak: "Abbiamo appena avuto conferma, partenza in 10 spasmi, vi voglio carichi, attenti, lucidi!"

"Signor sì Signore!"

Vorak: "Le sonde hanno identificato uno spazio ottimale sia per l'analisi diretta sia per il prelievo di campioni, la missione è semplice: atterrare, scansire, prelevare, osservare e ripartire. Come già sapete, lasceremo un accampamento di Draider per monitorare la situazione, quindi è fondamentale fissare antenne di ripetizione ad ampio raggio per rendere le comunicazioni con I.O. più veloci e più stabili. Durata della missione: 3 abbandoni. Confermate."

"Confermiamo Signore!"

Agente I.O. 9541: "Come da protocollo, sarete immersi in una capsula organico-sintetica progettata per assorbire gli impatti estremi e garantirvi un atterraggio sicuro. Questa barriera vi proteggerà anche in caso di guasto critico, assicurandovi sopravvivenza fino a un'ora nel vuoto. Le probabilità di fallimento restano inferiori all'1%. Io sono 9541, Agente dedicato a questa missione. Sarò il vostro collegamento costante, monitorerò ogni parametro vitale e interverrò per guidarvi se la situazione lo richiederà. Sul campo, il comando resta al Leader Vorak. Riferitevi a me solo in caso di impossibilità a ricevere e seguire i suoi ordini."

DISCESA SU MAVORS – SQUADRA SHADOW VORTEX

Il cielo di Mavors si apriva come una ferita cremisi, solcato dal bagliore metallico della navicella. Le nubi cariche di polveri magnetiche si contorcevano intorno allo scafo, mentre l'atmosfera, densa e ostile, strisciava sui pannelli termici, lasciando scie ardenti come graffi su una corazza antica.

All'interno, il respiro della squadra Shadow Vortex era sincronizzato al ritmo sordo dei propulsori. La voce sintetica di 9541 scandiva parametri e traiettorie, ma nei volti riflessi sulle visiere si leggeva soltanto l'attesa. Nessuno parlava. Nessuno aveva bisogno di farlo. Ma un dubbio si dipanò nella mente di un soldato della squadra: "Era davvero necessaria la nostra presenza? Non bastavano i Draider?", la mente di un soldato normalmente è fatta per eseguire ordini, non per porsi domande, ma di normale non vi era più nulla oramai.

La navicella, battezzata Nyx, squarciava il cielo con una discesa precisa, chirurgica, mentre sotto di loro il suolo marziano si rivelava a scatti tra le folate di sabbia elettrostatica. La gravità aumentava il suo richiamo, e il metallo rispondeva con un lamento profondo, quasi un presagio.

«Braccio esteso. Sistema d'atterraggio attivo.» La voce sintetica era priva di inflessioni, eppure sembrava portare con sé il peso di milioni di calcoli e il destino distillato in una manciata di numeri.

I retrorazzi si accesero con un boato soffocato, polverizzando l'antico suolo rossastro sotto lingue di plasma. La Nyx tremò, respinta dall'atmosfera capricciosa, ma la sua volontà di ferro non cedette. Attraverso i visori, la squadra osservava il mondo sotto di loro: crateri come cicatrici millenarie, guglie di roccia che parevano ossa di un gigante sepolto, e un orizzonte che prometteva segreti e minacce.

Un colpo secco. Poi quiete.

«Atterraggio completato. Condizioni ambientali: ostili. Radiazioni entro la soglia critica. Pronti al dispiegamento.»

I fermi magnetici si aprirono con uno schiocco sordo. Il portello scivolò verso l'alto, lasciando entrare l'aria densa e minerale di Mavors. Un odore che sapeva di ruggine e tempeste dimenticate si infilò nelle tute sigillate, portando con sé il messaggio muto di un mondo che non chiedeva visitatori.

Il primo a calpestare il suolo fu il Leader Kalen Vorak, il visore riflettente come uno specchio privo di anima. Dietro di lui, la squadra Shadow Vortex avanzava, ombre tra le sabbie, cacciatori in un paesaggio che sembrava un sogno febbrile. Sopra di loro, la Nyx torreggiava immobile, una sentinella senza volto, mentre il cielo si richiudeva, inghiottendo la scia della loro venuta.

L'agente 9541 trasmise una breve nota alla Apollo Nephilim:

«Squadra Shadow Vortex a terra. Inizia la missione.»

E il pianeta, con il suo silenzio immenso, rispose.

AVAMPOSTO SU MAVORS – SQUADRA SHADOW VORTEX

Il vento ferroso di Mavors soffiava a raffiche irregolari, sollevando veli di sabbia magnetica che crepitavano contro le corazze sigillate della squadra Shadow Vortex. L'aria, densa e satura di particelle cariche, era un monito costante: questo pianeta non era fatto per gli esseri umani.

La Nyx, ora immobile come un monolite d'acciaio, si era già trasformata nel cuore operativo dell'avamposto. Il portello principale si era aperto come una ferita geometrica, vomitando automi da costruzione, moduli prefabbricati e container sigillati. Il suono ritmico dei servomeccanismi e il ronzio dei generatori mobili si mescolavano al lamento del vento.

L'Agente di I.O. 9541 comunicava direttamente nei canali della squadra, la sua voce sintetica e precisa era il filo invisibile che legava l'intera operazione.

«Fase Alpha: Dispiegamento automatico completato. Iniziare l'assemblaggio delle strutture primarie.»

ZONA DI FONDAZIONE

Le sonde, avevano livellato il terreno, lasciando una superficie dura e granulare, attraversata da scanalature per il drenaggio delle polveri. I droni cingolati iniziarono a scavare le fosse per gli ancoraggi dei moduli principali, mentre i robot costruttori, con bracci multipli simili a esoscheletri di metallo, procedevano a fissare le basi in polimero ceramico autorigenerante.

GENERATORI E SCUDO ENERGETICO

Il primo modulo ad attivarsi fu il generatore a fusione portatile, una struttura cilindrica sormontata da una cupola pulsante. In pochi secondi, il campo di contenimento magnetico iniziò a distorcere lievemente l'aria, creando una barriera invisibile contro tempeste elettrostatiche e radiazioni. Le sabbie, toccando il confine dello scudo, si dissolvevano in una pioggia sottile, come cenere in un focolare spento.

«Energia primaria attiva. Scudo operativo. Continuare con le infrastrutture essenziali.»

MODULI ABITATIVI E LABORATORI

I container prefabbricati, dotati di pareti autoespandenti, si aprirono come fiori meccanici, rivelando interni sterili e funzionali. Il modulo centrale, fu posizionato esattamente al centro del perimetro, pronto a diventare il punto nevralgico di comando e comunicazioni. Attorno, in una disposizione concentrica, presero posto i dormitori, i depositi e il laboratorio atmosferico, già equipaggiato per analizzare ogni respiro del pianeta.

ANTENNE PER I DRAIDER

Mentre l'ombra degli edifici iniziava a insinuarsi sulle sabbie, il Leader Vorak guidò personalmente il posizionamento delle antenne di comando per i Draider. Alti piloni di lega composita venivano sollevati dai droni gru e piantati con scariche soniche nel terreno compatto. Le loro superfici brillavano di impulsi azzurri, sincronizzandosi con la rete di comando dell'Apollo Nephilim.

«Rete primaria per i Draider online. Frequenze sincronizzate. Attendere uplink dalla nave madre.» comunicò l'Agente di I.O. 9541.

DISPIEGAMENTO DEI DRAIDER

I primi Draider emersero dai loro container come statue animate, gli apparati ottici accesi di una luce fredda e consapevole. Ricevettero immediatamente i comandi dalla rete, suddividendosi per settore: alcuni pattugliavano il perimetro, altri eseguivano scansioni ambientali, registrando la composizione dell'aria, i suoni sotterranei, le vibrazioni impercettibili del suolo.

SICUREZZA E DIFESE

Vorak osservava il perimetro mentre venivano attivate le torrette cinetiche automatiche. Non erano solo armi d'attacco, ma osservatori silenziosi programmati per respingere ogni intruso con precisione e efficienza.

«Perimetro sicuro. Status operativo: Verde.» confermò l'Agente di I.O. 9541.

Il cielo rossastro, ora oscurato dalle ombre delle strutture nascenti, sembrava osservare in silenzio. Il Leader Vorak, il visore coperto da un sottile velo di sabbia, parlò per la prima volta dopo l'atterraggio:

«L'avamposto respira. Mavors ci osserva. Noi restiamo.»

Nella rete di comunicazione, l'Agente di I.O. 9541 trasmise una breve nota all'Apollo Nephilim:

«Avamposto Shadow – Fase Alpha completata. Pronti per l'espansione. Il pianeta è sveglio.»

ESODO 1.05.1